La scorsa settimana ho visto Inside Out, il film della Disney che racconta – in modo scientifico ed attendibile – come funzionano le emozioni e i ricordi.
Le emozioni sono personaggi colorati e buffi, anche quelle negative.
I ricordi sono biglie lucidissime. Ci sono alcuni ricordi più importanti, che rimangono sempre a disposizione e sono parte fondante di noi.
Poi, ci sono tutti gli altri ricordi, anche quelli piccoli, quasi dimenticati, in enormi librerie e chissà mai se ci torneranno in mente prima o poi o se verranno buttati via dagli smemoratori, per liberare spazio per ricordi nuovi.
Questo film, ripeto, senza dubbio molto scientifico, mi è rimasto in testa e ora, ogni volta che faccio collegamenti o mi vengono in mente cose, mi figuro queste biglie lucide che vengono pescate nella moltitudine e proiettate nella mia mente.
Qualcosa che non ricordavo assolutamente, e che forse stava per essere buttata, è che un’estate, in Val d’Aosta, mio papà caricò in macchina un autostoppista.
Io forse avevo 10-12 anni e mentre tornavamo in macchina verso l’hotel, chissà perché, lo caricò. Non ricordo quasi nulla, ovviamente, ricordo che aveva la barba di qualche giorno e i capelli un po’ lunghi. Forse gli occhi azzurri. Forse, forse, era Gesù. Per me fu, a suo tempo, un evento di un’audacia incredibile.
Le mie emozioni colorate e perennemente in lotta, senza Ilaria, questo ricordo non lo avrebbero proprio mai più recuperato. Sicuro.
Ilaria Gelmi è un’attrice bravissima e lei non scherza quando si parla di biglie e di memoria. Le sue biglie diventano racconto, diventano teatro.
Fino a due mesi fa non la conoscevo. Nemmeno lei mi conosceva. Poi ci siamo conosciute, ci siamo raccontate cosa facciamo, abbiamo guardato i nostri calendari, trovato il giorno giusto e quel giorno giusto “Passaggi”, il suo spettacolo, è andato in scena a casa mia.
Sì, nel salotto di una casa normale, con due abat-jour come luci, un vero pubblico attento, un applauso finale lunghissimo e sincero. E poi una cena, in cui i piatti, i vini, i sapori di cui Ilaria parla nel suo spettacolo sono arrivati in tavola.
È vero.
Non vi ho spiegato perché grazie ad Ilaria quella biglia è stata ripescata dalla mia memoria.
E forse state notando che questo post è scritto in verde e non capite perché.
Lo capirete quando vedrete “Passaggi”. Magari, chissà, di nuovo qui.

foto di Elly Contini
MENU PER “PASSAGGI” – Spettacolo teatrale con cena
Forse dovrei tenere il segreto anche su questo ma i piatti che abbiamo mangiato ve li scrivo, dai.
Però, questa volta più di altre, ho paura di non riuscire a valorizzare quello che abbiamo fatto. Perché ad un certo punto per me l’atmosfera è stata quasi magica e spiegare la magia, se non sei J.K. Rowling, è tremendamente difficile.
Se volete comunque ripercorrere il menù di “Passaggi” dovrete iniziare con alici marinate e girelle di alici e ricotta. Poi potrete mangiare la pasta al pesto, ma nel modo in cui si fa a La Spezia. E infine lo strudel, e qui la ricetta dovete chiederla alla mamma dell’Ilaria.
Poi un regalo non casuale agli spettatori e vini non casuali che abbiamo scelto per la serata. Ovviamente.
E poi qui la tavola e forse, forse, vi spiego anche perché ho scritto in verde. Ora vediamo.