CHI SONO
Il primo desiderio che realizzai fu: “voglio un tavolo grande”.
A prima vista mi sembrò grandissimo, poi capii che non era abbastanza.
Sono cresciuta che la domenica dalla zia (prozia) Mina si arrivava e si diceva “Quanti siamo? Quindici? E basta?”.
E io dove diavolo avevo pensato di andare con un tavolo da otto?
Il tavolo che già fu il mio tavolo grande fu quindi affiancato da un tavolo provvisorio, oggettivamente brutto e traballante ma pesante come l’uranio, che però mi garantì altri sei posti comodi a tavola, anche otto, perché i miei amici sono tutti magri e di buona volontà.
Il secondo desiderio che realizzai fu: “voglio un tavolo più grande”.
Mi chiamo Irene.
Pochi punti fermi: la cucina, andare a certi concerti, i conigli, la classe immensa di Roger Federer, la passione per ciò che faccio, tutti quelli che siedono alla mia tavola.